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Alloggi sussidiati e a pigione moderata: non servono maggiori controlli?

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Il problema riguardante la politica degli alloggi e in particolare per quelli sussidiati e a pigione moderata nel nostro Cantone è sempre d’attualità.

Lo dimostra la recente inchiesta della trasmissione “Patti Chiari” andata in onda il 01 giugno 2018 e che ha avuto il merito di evidenziare nuovamente una triste realtà che tocca prevalentemente le fasce più vulnerabili della nostra popolazione, persone e famiglie che vivono per lo più in condizioni economiche modeste o addirittura beneficiano dell’assistenza.

Persone che non possono essere delle facili prede di amministrazioni immobiliari senza scrupoli e che lucrano alle spalle di persone deboli e che beneficiano di aiuti statali.

Il quesito è d’obbligo: chi controlla che il denaro pubblico, che – giustamente – viene investito per sostenere persone in difficoltà economiche, non rischi di finire nelle tasche sbagliate? Chi controlla che il denaro pubblico venga allocato in modo efficiente?

Da quanto emerso nel servizio e sulla base delle dichiarazioni della Capo Ufficio dell’Ufficio sostegno sociale e inserimento del Cantone la situazione sembra tutt’altro che sotto controllo.

Tanti casi, poche risorse per effettuare dei controlli e per accompagnare adeguatamente queste persone in difficoltà.

Ne esce un quadro sicuramente preoccupante e poco rallegrante. Appartamenti in condizioni fatiscenti e insalubri, affitti sproporzionati rispetto agli standard offerti e amministrazioni tutt’altro che professionali e probabilmente non in regola con la legge sull’esercizio delle professioni di fiduciario a cui sottostà l’amministrazione di immobili.

Ad inizio 2017 attraverso un atto parlamentare Alloggi sussidiati: lo Stato sovvenziona gli speculatori immobiliari? ebbi già modo di sollevare la problematica a seguito dei tragici avvenimenti di Massagno e Chiasso, quest’ultimo apparentemente risolto con il cambio di proprietà degli immobili di Via Odescalchi. Atto parlamentare al quale attendo ancora oggi una risposta.

La percezione è che l’attuale politica dell’alloggio implementata dal Cantone è superata e non risponde più alle esigenze di un importante fascia di popolazione che è costretta a vivere in condizioni economiche modeste e spesso e volentieri necessita di aiuti statali.
Tutti hanno diritto ad un abitazione dignitosa, ma nel contempo lo Stato deve vigilare che le risorse finanziarie, dei contribuenti, vengano allocate in modo corretto e parsimonioso. Il sentore è che non sempre vi siano i necessari controlli in tal senso e che talune amministrazioni approfittino dello Stato.

L’interrogante chiede a codesto Consiglio di Stato quanto segue:

1. A seguito dell’inchiesta di “Patti Chiari” gli uffici competenti del Cantone hanno adottato dei provvedimenti nei confronti dell’amministrazione dello stabile citato? Vi sono stati altri casi analoghi nel recente passato? L’operato dell’amministrazione dello stabile ha cagionato un danno economico allo Stato negli anni di collaborazione (trattenute dei fondi di garanzia per esempio)?

2. Il Consiglio di Stato come intende migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’USSI in questo settore?

3. Il Consiglio di Stato prevede di adottare delle nuove procedure affinché casi come quelli emersi nell’inchiesta possono essere scongiurati in futuro? Le procedure attuali garantiscono un allocazione delle risorse in maniera efficiente? Viene svolta un adeguata verifica da parte dei funzionari che gli standard degli spazi in locazione rispecchiano il reale prezzo di affitto?

4. Quali sono i criteri che gli uffici competenti valutano (se ve ne sono) per ritenere idonei o meno gli alloggi da attribuire a persone che beneficiano di aiuti statali? Quale % di appartamenti facenti parte del parco immobiliare del Cantone (organizzazioni di utilità pubblica comprese) sono occupati da persone che beneficiano di aiuti statali?

5. Nonostante vi sia una fascia della popolazione che è sempre più in difficoltà il Consiglio di Stato ritiene che il Piano Cantonale dell’alloggio revisionato nel 2015 è ancora attuale o necessita di una nuova revisione?

6. Il progetto di Piano Cantonale dell’alloggio del 2015 prevedeva quali misure quelle di:

– Istituire un centro di competenza nel campo dell’alloggio a pigione sostenibile;
– Promuovere organizzazioni di utilità pubblica (Alloggi Ticino SA, SA con finalità di pubblica utilità, cooperative, ecc.);
– Costituzione di un credito –quadro di 80 mio CHF per 10 anni al fine di favorire la realizzazione dl alloggi.

Il Consiglio di Stato è in grado di fornire un aggiornamento sull’implementazione delle misure citate?

7. Ci sono attualmente dei progetti immobiliari destinati alla creazione di alloggi a pigione moderata promossi dall’Ente pubblico e/o secondo il nuovo modello PPP (Partenariato pubblico – privato) in atto?

In attesa di una vostra gradita risposta,

Marcello Censi, Deputato PLR

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