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Caso Argo, il perito rileva un reato penale. Il Governo pronto a costituirsi parte civile

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Il rapporto sul caso Argo stilato dal perito Marco Bertoli potrebbe avere contenuti esplosivi: è ormai certo che abbia rilevato un reato penale, quello  formulato nell’articolo 314 del Codice penale: infedeltà nella gestione pubblica. Recita l’articolo in questione: “I membri di un’autorità o i funzionari che, al fine di procurare a sè o ad altri un indebito profitto, recano danno in un negozio giuridico agli interessi pubblici che essi devono salvaguardare, sono puniti con una pena detentiva fino a cinque anno o con una pena pecuniaria”.

Cosa farà il Governo? Manuele Bertoli ha detto che su consiglio del perito stesso si costituirà parte civile, “il perito ci ha indicato la possibilità di dichiararci accusatore privato nella misura in cui una sentenza abbastanza recente del Tribunale federale avrebbe definito meglio la portata dell’articolo 314 del Codice penale, quello di infedeltà. Faremo dunque questo passo. Manderemo una lettera per dichiararci accusatori privati nell’ambito di questa ipotesi di reato”.

A proposito di Argo, ieri è tornato a esprimersi sui social Marco Sansonetti, il responsabile operativo dell’azienda, che ha denunciato i giornalisti dell’ormai famoso servizio di Falò. “Hanno violato le norme deontologiche, in particolare “il rispetto della dignità, le fonti di informazioni, la cronaca giudiziaria con presunzione di innocenza e di risocializzazione, il diritto di essere ascoltati in caso di gravi addebiti, le illustrazioni e il montaggio”. E invita a votare NoBillag, a causa delle fake news diffuse dalla RSI, come quelle contenute nel servizio su di lui. “Voi cittadini paghereste ancora il canone sapendo che i nostri soldi vengono spesi per realizzare delle false notizie? Paghereste dei giornalisti (compreso un Direttore dei corsi di giornalismo) che non rispettano le norme deontologiche professionali? Paghereste la CORSI (Società Cooperativa per la Radiotelevisione Svizzera Italiana) che dovrebbe garantire i contenuti e la qualità dell’offerta editoriale e dei programmi nel rispetto del mandato federale? La mia conclusione? Informare il popolo è una cosa importante, ma è importante solo se le notizie che vengono fornite ai cittadini sono vere e appurate. Emittenti radio televisive che vivono di fake news è meglio che chiudano e non facciano danni al popolo”.

Tuto Rossi si è scagliato contro il DECS e Manuele Bertoli per la vicenda del docente indagato per atteggiamenti poco rispettosi. È il legale dell’uomo (che ora è in malattia) ma a dargli fastidio è la fuga di notizie. “Non si può che rimanere indignati di fronte all’ennesima violazione del segreto di funzione da parte di organi dello Stato. C’è da auspicare che il Consigliere di Stato Manuele Bertoli apra immediatamente un’inchiesta interna per fare sputare il rospo al funzionario che, fregandosene dei suoi obblighi di servizio, ha esposto alla gogna un docente, trasmettendo alla RSI una notizia segreta, per di più arricchita di particolari disonorevoli e falsi”.

“Se non lo fa l’On. Bertoli è meglio che si faccia da parte. Abbiamo chiuso l’anno con un Consigliere di Stato onnipresente su Facebook ma che confessa di non conoscere cosa fanno i suoi funzionari, e non vorremmo iniziare il nuovo anno con la medesima storia. In questi momenti difficili, il Ticino ha bisogno di Consiglieri di Stato capaci di tenere in pugno l’amministrazione cantonale, e non di politici in perenne campagna elettorale”, aggiunge: il caso Argo difficilmente sarà dimenticato.

Il Partito Socialista accoglie con grande soddisfazione la decisione della Commissione dei trasporti del Consiglio degli Stati, la quale ha deciso di dare seguito con una netta maggioranza (10 voti a favore, 2 contro) all’iniziativa cantonale «Strade più sicure subito!», presentata dal Deputato PS al Gran Consiglio Bruno Storni e approvata all’unanimità dal Gran Consiglio nel marzo dell’anno scorso. L’iniziativa chiede di vietare il transito nelle gallerie e sui passi alpini degli automezzi non dotati dei mezzi di sicurezza definiti dall’Ordinanza sulle esigenze tecniche per i veicoli stradali del 2015 (OETV), al più tardi con l’entrata in servizio del Centro di controllo per veicoli pesanti di Giornico.

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