L’odierno risultato, chiaro e indiscutibile, dice che i ticinesi e gli svizzeri hanno a cuore il servizio pubblico. Un servizio fondamentale in una nazione come la nostra, dove coabitano diversità linguistiche e culturali. Il servizio pubblico rappresenta un irrinunciabile quanto prezioso collante in grado di far coesistere, discutere, conoscere e incontrare le diverse componenti del paese. I ticinesi e gli svizzeri si sono così opposti allo scenario, poi nemmeno tanto sconosciuto alle nostre latitudini, di un’informazione dettata e condizionata dalle disponibilità finanziarie di gruppi privati”, dice una nota. E fin qui lo zuccherino…
Se i due terzi dei votanti hanno detto NO a NoBillag, un terzo ha comunque fatto altre valutazioni optando per il SI. In questi mesi di campagna non sono infatti mancate critiche e perplessità che i vertici della SSR hanno affermato di voler prendere sul serio. Quanto uscito oggi dalle urne rappresenta dunque un credito di fiducia nei confronti dei processi di riforma promessi dai dirigenti di SSR e RSI.
Le criticità non dovranno di conseguenza finire, dimenticate, in un cassetto. Vincitori e vinti, così come nella migliore tradizione della Svizzera e per evitare di stuzzicare appetiti esterni, anziché regolare i conti e magari arroccarsi su posizioni sempre più distanti, dovranno lavorare assieme per rafforzare e migliorare ulteriormente il servizio pubblico. Il paese e la sua coesione ne trarranno grande beneficio.