Oggi era attesa una decisione in merito al richiesto blocco dei ristorni da parte di Zali, che vuole vincolarli a delle opere che l’Italia deve svolgere. I cinque hanno deciso di rinviare, in attesa dell’incontro col nuovo presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e con gli Assessori che si occuperanno di questioni transfrontaliere.
Se la scelta pareva condivisa, in serata la Lega l’ha contestata con un comunicato. “Per l’ennesima volta la partitocrazia storica ha boicottato la proposta dei rappresentanti leghisti e dimostrato la sudditanza alla politica federale e alla vicina Penisola”, si legge. Viene accusato soprattutto Paolo Beltraminelli, dato che il gruppo PPD è quello a cui appartengono i due deputati che hanno promosso un atto che va circa nella stessa direzione e su cui sono stati redatti due rapporti.
A proposito di rapporti, il PS è pronto a scendere in campo con il suo di minoranza in relazione ai salari minimi. Non accetta infatti la proposta della Gestione, che va in direzione di una forchetta fra 19 e 19.50 franchi all’ora. “Non entreremo in materia riguardo a proposte inferiori alla forchetta 20 – 20,50 franchi all’ora: l’importo di 20 franchi è il minimo salariale che si sta imponendo in Svizzera, come a Neuchâtel. Il Gruppo socialista in Gran Consiglio non avendo trovato nessun accordo commissionale annuncia un rapporto di minoranza che proporrà una forchetta attorno ai 20,85 franchi all’ora, pari a un salario di 3’750 franchi al mese per 12 mensilità”.
Il Consiglio Federale ha proposto al Parlamento di rinunciare alla riduzione transitoria dei canoni d’acqua per l’energia idroelettrica da 110 a 80 franchi e ha fatto felice il PLR. “Si tratta di una decisione importante, fortemente voluta dalla Conferenza dei governi dei cantoni alpini presieduta dal Consigliere di Stato ticinese Christian Vitta. Il PLRT ha giocato un prezioso ruolo sul piano nazionale a favore di questa decisione a difesa delle economie dei cantoni alpini e di un importante vettore energetico per la Svizzera come è l’idroelettrico”, si legge in una nota. Il tutto è vissuto come “un’ottima conferma dell’accresciuta sensibilità del Consiglio federale verso la Svizzera italiana, del buon lavoro di Christian Vitta sul piano nazionale e del fatto, che, quando si portano argomenti convincenti e credibili, si possono proteggere anche non scontati interessi regionali a favore della coesione nazionale”.
“L’UDC cantonale non è usa, generalmente, intromettersi negli affari di competenza prettamente comunale nei quali le sue sezioni godono della massima autonomia. In questo caso, tuttavia, questa autonomia fa sì che la “Real Politik” adottata dalla maggioranza dei deputati UDC nei gremi del Comune sia nettamente in contrasto con la linea in materia d’asilo del partito nazionale e cantonale. Questi contestano infatti regolarmente le scelte assurde che il Dipartimento di Simonetta Sommaruga propone e che la maggioranza del Parlamento sostiene”, ha scritto Piero Marchesi, presidente dell’UDC, in una nota. A cosa si riferisce? Al sostegno da parte di due Municipali e sei consiglieri comunali del suo partito a Losone che hanno deciso di sostenere la riapertura del centro asilanti.
Tiziano Galeazzi in un lungo articolo ha analizzato la situazione viaria, dove spesso numerosi cantieri rendono ancor più difficoltosa una circolazione stradale resa già difficile dal congestionamento e dagli incidenti. “Urgono correttivi laddove è possibile e rendere la mobilità veloce (autostrade) più fluida. Non essendo esperto non mi esprimo, ma dilazionare intelligentemente nel tempo i lavori e renderli molto più brevi, potrebbe aiutare. Sulle entrate in contromano si potrebbe riportare la discussione dei famosi dissuasori americani, cioè delle griglie con pungiglioni per evitare le entrate in contromano sulle rampe di accesso alle autostrade, eviterebbero disastri mortali. Qualche milione di franchi ben spesi, non sono di certo paragonabili a nemmeno una vita persa”, suggerisce.