A scaldare la giornata politica è stato Mauro Dell’Ambrogio, segretario di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione, sul tema migrazione. “Tutto sta nella quantità tollerabile, e le opinioni su di essa possono divergere moltissimo. Non solo a dipendenza della sensibilità personale, ma anche della contingenza. Anche al biondino che pontifica sul Mattino risulterebbe difficile non tirare a bordo chi sta annegando sotto i suoi occhi. Gli è più facile rinfacciare ogni Domenica alla consigliera federale Sommaruga di volere le frontiere aperte. Che è una balla: mettessimo Gobbi al posto di lei, avremmo magari una decisione diversa ogni venti, nei casi limite, ma nel complesso cambierebbe ben poco, viste le fattibilità e le leggi che abbiamo votato. Leggi che rigiriamo da trent’anni (divieto di lavorare, incentivi a lavorare), con lo stesso effetto di chi si gira nel letto per combattere l’insonnia. Scaricare gli indesiderati sui vicini senza accordi con loro non serve: farebbero altrettanto . Per non finire governati da chi impugnerebbe il mitra non dobbiamo dare pretesti a chi accusa la classe politica di volere frontiere aperte. La minoranza ingenua e pericolosa che così le vuole va chiamata alle sue responsabilità: far pagare alla signora Bosia il mantenimento di chi ha portato dentro illegalmente. Trent’anni fa ad ogni clandestino espulso la polizia finiva sotto tiro del Quotidiano di Silvano Toppi; la maggioranza approvava forse, ma silenziosa”.
Lorenzo Quadri (mentre aumentano le scritte ben poco carine nei confronti della Lega) gli ha risposto piccato, “dire che non cambierebbe nulla se ci fosse Gobbi al posto di Sommaruga è come affermare che non c’e nessuna differenza fra quando c’era Blocher al Dipartimento Federale di Giustizia ed ora con la Signora, dunque perché estromettere il democentrista se qualsiasi persona si metta non cambia nulla? Allora facciamo i Dipartimenti Federali telecomandati, dato che per Dell’Ambrogio il Consigliere non ha nessun margine di manovra. È un nuovo tentativo di sdoganare la teoria liberale sul margine di manovra nulla, pensiamo a Laura Sadis quando parlava della libera circolazione e non solo. Non credo che un Ministro abbia, appunto, il margine nullo”. E ribadisce il bisogno, a suo avviso, di una politica diversa: “i paesi attorno a noi sull’asilo stanno cambiando direzione mentre noi rimaniamo fermi e dunque prima o poi avremo un problema. Se ci facciamo a, reputazione del paese più accogliente, saranno guai”.
Ignazio Cassis non convince i colleghi del Consiglio Federale, che non si sono ancora espressi in merito al suo dossier europeo. Lui vorrebbe avviare le trattative con l’UE (ad Airolo qualche giorno fa ha fatto intendere che il Ticino si sacrifica per la Svizzera ma non può e non deve solo dare), gli altri chiedono approfondimenti, e i sindacati minacciano un referendum se vengono toccate le misure di accompagnamento per la libera circolazione.
La SSR ha presentato il suo Piano R, e alla RSI toccherà risparmiare un centinaio di milioni. I posti persi in tutta la Svizzera saranno 250, in Ticino una quarantina, ma Maurizio Canetta spiega che si cercherà di evitare i licenziamenti. “I posti persi saranno assorbiti nella stragrande maggioranza dei casi dalla rotazione naturale del personale. Licenziamenti non possono essere esclusi a priori, ma l’obiettivo evidentemente è quello di farne il minor numero possibile e poter davvero lavorare sulle partenze e sui pensionamenti volontari”.