Nelle scorse settimane è passata un po’ in sordina una notizia, a nostro avviso preoccupante, sulla gestione del personale all’interno dell’Amministrazione cantonale.
A marzo, il procuratore Antonio Perugini ha firmato un decreto d’accusa contro l’ormai ex-segretaria aggiunta all’Ufficio migrazione di Bellinzona, accusandola di avere trasmesso informazioni riservate sui permessi a un conoscente.
L’11.09.2017 (il 12 sulla stampa) apprendiamo che la suddetta, tra il 17 novembre 2016 e il 1 febbraio 2017, fornì a un architetto indicazioni sullo stato delle pratiche di 3 persone che avevano richiesto il permesso di soggiorno grazie al programma interno all’Amministrazione cantonale.
Dalla stampa altresì apprendiamo che, malgrado la condanna, non sia stata né licenziata, né sanzionata, ma addirittura che, dopo aver valutato attentamente (!) il suo caso, si è provveduto semplicemente a spostarla di dipartimento dal DI al DSS.
Questo agire, o meglio, le informazioni fatte trapelare al pubblico ci appaiono assai superficiali e non degne non solo verso i cittadini, bensì anche nei riguardi di funzionari che, anche di fronte a una futura diminuzione delle classi salariali, hanno sempre ottemperato i loro doveri nel rispetto della legge.
Ci permettiamo dunque di chiedere le seguenti delucidazioni all’On.Consiglio di Stato:
– A fronte della condanna per trasmissione di informazioni riservate di terzi a terzi, per quali motivazioni si è ritenuto che non dovesse essere licenziata?
– Sul trasferimento dal DI al DSS tutto il Consiglio di Stato era d’accordo o qualche consigliere di Stato riteneva la condanna un fatto abbastanza grave (visto anche la sensibilità del tema) da procedere al suo licenziamento?
– Nel trasferimento si è tenuto conto di tale condanna, spostandola in un ufficio dove ha a che fare con dati sensibili tali da essere utilizzati in maniera impropria?
– Le è stata concessa la stessa scala salariale o le è stata diminuita? A quale corrisponde?
– A fronte della riorganizzazione del personale, s’intende anche introdurre una scala di sanzioni verso i dipendenti che non ottemperano i termini di lavoro?
– In tale ambito tutti i dipendenti hanno potuto (o potranno) mantenere le attuali condizioni salariali? In caso di risposta negativa, non si ravvede una disparità di trattamento fra dipendenti retrocessi (quanti?) senza colpa e il caso concreto sopra descritto?
Lara Filippini (UDC-LaDestra),
Gabriele Pinoja (UDC-LaDestra), Tiziano Galeazzi (UDC-LaDestra), Paolo Pamini (AL-LaDestra), Sergio Morisoli (AL-LaDestra)