L’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio ha ricevuto la missiva, firmata da un rappresentante di tutte le forze presenti in Parlamento tranne PPD e MontagnaViva, dove si chiede di poter analizzare i risultati dello studio commissionato a un istituto di Zurigo sul profilo, anche psicologico, dei candidati come Procuratori Generali. E non sa bene che cosa rispondere, dato che sono coinvolti dati personali delle persone in corsa. È stato richiesto un parere giuridico.
Norman Gobbi è preoccupato per le notizie trapelate nei giorni scorsi secondo cui la mafia calabrese sarebbe ormai impiantata nei locali pubblici ticinesi, in relazione a un’operazione che ha portato a molti arresti: si parla di un milione di bottiglie di vino vendute in particolare a Lugano e Chiasso. “Sono preoccupato come tutti, perché la consapevolezza che il fenomeno sia più ampio di quanto percepito c’è ed è reale. Le antenne di polizia e magistratura restano alzate su tutto il territorio. Se qualcuno denuncia dell’omertà è parte del problema. E ciò poiché, in qualità di presidente di GastroTicino, dovrebbe essere in prima linea nel combattere determinati fenomeni. Come avvenuto ad esempio nel settore dell’edilizia servono un’assunzione di responsabilità e maggiore senso civico”.
Il Governo oggi si è incontrato con quello grigionese: oltre ad una parte conviviale, si è parlato di numerose tematiche di interesse comune; fra queste il Programma d’agglomerato di quarta generazione del Bellinzonese, la situazione delle «società fittizie» in Mesolcina, la mobilità nella zona industriale di San Vittore e alcune misure per la promozione della lingua e della cultura italiana in Svizzera. La discussione ha toccato anche questioni relative al programma di politica regionale «San Gottardo 2020», le prospettive legate al risanamento della galleria autostradale del San Gottardo e il progetto di nuovo stabilimento industriale delle FFS.
Il Ministro leghista Claudio Zali ritiene che trattenere il 9% degli stipendi dei Consiglieri di Stato per il fondo pensionistico, in attesa di una decisione definitiva del Gran Consiglio in merito all’assoggettamento degli stessi alla cassa pensione dei dipendenti statali che avverrà dal 2019. Lo ha fatto presente in un corposo dossier presentato come ricorso al Tribunale Amministrativo, che è arrivato anche sul tavolo dell’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio, e se ne sta occupando una sottocommissione. Chiede la restituzione di quanto versato.
Tiziano Galeazzi e Simona Sassi hanno inviato entro i termini di pubblicazione del progetto tram-treno, una nota (non vincolante) sull’uscita del portale “Sant Anna” in centro a Lugano. “Da quanto è risaputo, il progetto iniziale comprendeva l’uscita proprio sotto il palazzo dell’allora BSI. Anche la scheda M3 allegata ne comprova l’idea e la fattibilità già dal 2008. Oggi l’uscita prevista spostata verso nord di ca. 40-50m potrebbe provocare non solo problemi per l’AIL (con un tunnel adiacente) ma anche ingenti costi per gli espropri privati e i ricorsi che giungeranno. Cosi anche problemi di deviazioni come per la strada che scende verso il centro, Via Cantonale e l’incrocio di Via Pelli. Mentre a favore dell’ex stabile BSI, il terminal sarebbe sotto lo stesso stabile e in linea d’aria con la pensilina Botta. Inoltre non dimentichiamo che oggi gli stabili sono vuoti, e questi potrebbero essere appetibili per qualche Cassa Pensione o per il Cantone per propri uffici amministrativi. In ogni modo ci auguriamo che qualcuno a Bellinzona possa ancora ripensarci ed estrarre dal cassetto questa “variante” praticamente già pronta da più di 10 anni. Il tutto senza perdere i sussidi federali visto che non si tratta di un nuovo tracciato da progettare ma come detto, solo di una variante già ampiamente conosciuta e pianificata”.