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I contrari a La scuola che verrà, “livellamento verso il basso”. A Lugano si torna a parlare di Formula E

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Ieri il comitato referendario, composto in maggioranza da membri di destra UDC  e leghisti e dal liberale Giudici, si è presentato, esponendo i motivi del no a La scuola che verrà. La riforma, cercando di uniformare tutti gli allievi, secondo loro non farà altro che abbassare il livello, anche perché a un certo punto una selezione diventa inevitabile. E se Manuele Bertoli ha sempre puntato sull’accordo all’interno del mondo della scuola, è stato sottolineato come in realtà siano meno del 15% i docenti che hanno risposto ai quesiti del DECS e molti meno quelli che si sono detti favorevoli, così come sono poche le sedi disposte a accogliere la sperimentazione. Anzi, i professori avrebbero dato una mano a raccogliere le firme, pur non potendo mostrarsi nettamente contrari.

I Verdi invece hanno deciso di dare una chance alla sperimentazione, affermando che essa merita una possibilità. “Si sta affermando una visione utilitaristica dei percorsi formativi, che insiste sulle “competenze” misurabili e spendibili e mette in secondo piano aspetti più qualitativi come il piacere della conoscenza o la formazione di una personalità armoniosa, empatica, capace di discernimento e di critica. Questo orientamento è già in atto, soprattutto dopo il concordato Harmos, e “la scuola che verrà” non lo mette in discussione. Tuttavia, almeno nelle premesse, cerca di introdurre qualche miglioramento anche nella direzione da noi auspicata” sottolinea il movimento. La scuola che verrà non sarà certo la scuola che vorremmo, ma è pur sempre un primo tentativo di affrontare i problemi di un’istituzione sempre più in affanno di fronte alle trasformazioni della società”.

A Lugano si torna a parlare di Formula E. Zurigo non organizzerà la manifestazione nel 2019, e Roberto Badaracco ha confermato come siano stati gli organizzatori a contattare di nuovo il Municipio: si stanno approfondendo alcuni aspetti, ma di positivo si sono notati passi avanti nell’organizzazione della gara e il fatto che sarà la stessa, eventualmente, a coprire i costi. Oggi si è candidata anche Berna.

Il PPD luganese si è detto d’accordo a ospitare la manifestazione, intitolando il circuito al mitico Clay Regazzoni, invitando però a tener conto dei dubbi notati in precedenza. Sì anche alla riqualifica dell’ex Macello e al dialogo coi Molinari.

Sempre per quanto concerne il PPD, ha lanciato un appello al Cantone affinché trovi il modo di non far demolire l’Infocentro AlpTransit di Pollegio. In pratica, per un mancato accordo fra Cantone e Confederazione, potrebbe venir distrutto un edificio costato 11 milioni che verrebbe comodo ai servizi Spitex della regione, per esempio, per mense e caffetteria. La regione lo prenderebbe a prezzo simbolico e riceverebbe da AlpTransit anche un incentivo.

“Ben venga la mozione del PPD, ma ce n’è una del La Destra risalente al 2017 e rimasta inevasa che proponeva l’acquisto dell’Infocentro. Peccato si sia perso un anno”, ha fatto notare Tiziano Galeazzi, primo firmatario della mozione precedente.

Il PLR luganese ha proposto la candidatura dell’ex pugile Ruby Belge, il quale ha detto di essere stato convinto da Guido Tognola e di puntare sui temi da sempre a lui cari come integrazione, aiuto ai giovani, sport e lotta al bullismo, anche se è presto per parlare di programmi. Un volto nuovo nella politica ticinese?

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