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Il DSS di nuovo nel caos! Una dipendente ha alle spalle un licenziamento per furto, partono due interrogazioni

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Altro caso nel DSS. Il Dipartimento di Beltraminelli sembra destinato a finire in un caos dietro l’altro: dopo Argo, la dipendente condannata per i dati sensibili rubati ed anche il nuovo pasticcio dell’USSI sull’assistenza, oggi si è scoperto che una dipendente è stata assunta dopo un passato lavorativo non immacolato. La donna infatti aveva rubato dalla filiale in banca dove lavorava ad alcuni clienti, che erano stati messi a tacere con dei soldi, e non era mai stata fatta denuncia al Ministero. Dopo il licenziamento, ha trovato posto al DSS.

Sono già partite due interrogazioni, entrambe vogliono capire chi era a conoscenza dei fatti, se anche Paolo Beltraminelli (e se sì, come mai non ha fatto niente, mentre se no perché non è stato informato), se nel caso qualcuno sapesse (sembrerebbe che un superiore ne fosse a conoscenza) perché la si è assunta lo stesso.

In particolare, i deputati Lara Filippini (UDC-La Destra), Gabriele Pinoja (UDC-LaDestra), Tiziano Galeazzi (UDC-LaDestra), Paolo Pamini (AL-LaDestra), Cleto Ferrari (UDC-LaDestra) scrivono che “dopo il caso della dipendente condannata penalmente in via definitiva per la trasmissione di dati sensibili di terze persone, ma alla quale è stato poi prontamente offerto un posto al DSS conforme alle sue competenze e capacità, oggi si apprende di un nuovo – ma non dissimile – problema in seno al dipartimento citato. Senza voler entrare nei dettagli della vicenda, troviamo tuttavia strana l’assunzione di una dipendente, se consapevoli di certi dettagli lavorativi del suo passato, proprio in un Dipartimento dove vengono trattati quotidianamente dati estremamente sensibili”.

Durissimo Massimiliano Robbiani della Lega, “sei stata licenziata da un istituto bancario perché poco onesta? Tranquilla, vai al DSS e troverai una nuova occupazione. Non è una battuta di cattivo gusto, ma è semplicemente quanto avvenuto al DSS, né più né meno. Il DSS, già molto gettonato da eventi negativi, si è di nuovo reso protagonista, in negativo, grazie all’assunzione di un ex dipendente, precedentemente licenziata per malversazione, da un noto istituto bancario.
Molti sapevano del suo passato, ma è stata assunta ugualmente, fatto che fa pensare a qualche “buona parola” da parte di qualcuno. Anche se sulla vicenda di malversazione non è stata fatta nessuna denuncia penale da parte del suo ex datore di lavoro, molti dubbi rimangono. Vicenda grave, anche perché il DSS, si dimostra sempre di più un Dipartimento che fa acqua da tutte le parti”.

Il Municipio di Lugano ha comunicato di aver deciso un investimento da 26,5 milioni di franchi per riqualificare l’ex Macello, occupato in parte ora dai molinari. “Il Municipio ha approfondito una proposta di destinazione dell’intera area, con l’obiettivo di ristrutturare e recuperare l’area dell’ex Macello. Il progetto di riconversione mira a valorizzare le qualità architettoniche degli edifici esistenti, attribuendo ai volumi nuove funzioni in grado di dialogare con gli articolati spazi esterni della città. L’obiettivo finale è quello di valorizzare un’area pregiata ad alto contenuto sociale ed aggregativo, in grado di contribuire al nuovo disegno urbano incentrato attorno e lungo il fiume Cassarate”, si legge in una nota. “Il comparto dovrà diventare uno spazio vivo, vivace, aperto e permeabile, fortemente luganese ma di respiro internazionale, in cui tempo libero e cultura si intreccino costantemente. L’ex Macello sarà un luogo creativo e ricreativo rivolto ai giovani e a tutte le fasce di età della popolazione. L’area è ritenuta interessante poiché centrale rispetto all’Università, al nuovo campus USI/SUPSI e al futuro polo turistico congressuale del campo Marzio Nord: l’area è interessata da una fase di sviluppo qualitativo che apre la possibilità a sinergie e collaborazioni fra istituzioni diverse; è inoltre ben servita dai mezzi pubblici”. Vi dovrebbe nascere un’area culturale più degli alloggi per turisti e studenti.

Il SISA è preoccupato per le difficoltà degli apprendisti a trovare lavoro dopo la fine dell’apprendistato. “Dall’analisi longitudinale effettuata dall’UST sul percorso dei titolari di un titolo del grado secondario II dal 2012 al 2015 emergono una situazione estremamente critica per quanto concerne le opportunità professionali dei neo-diplomati in Ticino: ad un certo momento nell’arco dei 30 mesi successivi all’ottenimento del diploma, ben il 38% di questi ultimi si è iscritto alla disoccupazione (nella Svizzera tedesca questo dato ammonta a solo il 17%). Inoltre, i giovani della Svizzera italiana mostrano dei periodi più lunghi d’iscrizione alla disoccupazione (il 10% vi ha passato tra i 7 e i 30 mesi, contro il 2% della Svizzera tedesca) o d’inattività (il 43% vi ha passato tra i 7 e i 30 mesi, contro il 22% della Svizzera tedesca), situandosi nella categoria dei NEET (dall’inglese “Not in employement, education or training”). A fronte di questa grave crisi occupazionale a livello giovanile, le risposte da parte della politica e dell’amministrazione pubblica stentano purtroppo ad arrivare. In questo senso, il sindacato riteniene fondamentale i seguenti punti: 1. dare mandato all’Ufficio cantonale di statistica affinché realizzi un’indagine ad ampio spettro sull’ampiezza e sulle cause della disoccupazione, della sottoccupazione e del precariato giovanili in Ticino, prestando particolare attenzione alla transizione dal mondo scolastico a quello professionale; 2. studiare l’introduzione di un servizio pubblico di consulenza e di aiuto al collocamento dei neo-diplomati, sul modello del Gruppo operativo preposto al collocamento dei giovani in cerca d’apprendistato; 3. estendere e rafforzare le misure a sostegno dei giovani disoccupati previste dalla Legge sul rilancio dell’occupazione (incentivi all’assunzione, assegni di formazione, indennità straordinarie di disoccupazione, ecc.); 4. creare nuova opportunità professionali per i giovani ticinesi, contrastando il fenomeno del dumping salariale con il salario minimo dignitoso richiesto dal popolo nel 2015 e implementando una reale politica di pianificazione pubblica dello sviluppo economico cantonale”.

La Lega per contro ha espresso preoccupazione per lo stato della cassa dei dipendenti statali. “È vero quanto dichiarato dal direttore dell’IPCT sulle pagine del Corriere del Ticino? Il DFE ha intenzione di chiedere al Gran Consiglio un credito di 300 milioni per finanziare la Cassa pensione? Se sì, quando pensava il DFE di parlarne? Aspettava forse il dopo elezioni per affrontare la pepa tencia? È vero che il brutto andamento dell’IPCT è dovuto unicamente al mercato finanziario e tassi bassi delle obbligazioni? Non ci sono altri motivi che giustificano questo costante trend negativo della cassa pensione? Visto quanto dichiarato dal Direttore, l’andamento è in linea con quelle delle altre casse pensioni di riferimento? Cosa intende fare il DFE per apportare dei correttivi? Alla luce dei risultati di gestione, cosa ne pensa il DFE della dirigenza dell’IPCT? Ritiene che i quadri e la Direzione siano al posto giusto?”.

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