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Il PS pensa ai rimpatri, il PPD all’Infocentro. E Quadri: “svizzeri discriminati”

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I due casi di rimpatri ritenuti poco ortodossi nei metodi stanno approdando anche in politica. Dopo l’interrogazione di Matteo Pronzini, anche il PS ha deciso di muoversi con due interpellanze, a livello federale e cantonale. Marina Carobbio ha interpellato il Consiglio Federale “riguardo a come siano trattati i casi vulnerabili nell’ambito di rinvii secondo il regolamento di Dublino – spesso donne sole, madri di bambini piccoli e nella fattispecie anche con disabilità – chiedendo anche chi sia responsabile di questi rinvii che non tengono conto della vulnerabilità delle persone che ne sono toccate. Lumi vengono anche chiesti al Consiglio federale riguardo alla clausola di sovranità del regolamento di Dublino, la quale potrebbe essere applicata in casi simili per cui viene chiesto in quanti casi sia stata applicata e quali siano i criteri per la prassi attuale di rinvio nel caso di famiglie o mamme sole con bambini e persone malate o disabili”, mentre Gina La Mantia con Carlo Lepori, Jacques Ducry, Gianrico Corti, Raoul Ghisletta, Tatiana Lurati Grassi, Milena Garobbio, Henrik Bang, Daniela Pugno Ghirlanda chiede: “• Il Consiglio di Stato conferma gli episodi come descritti?
• Qual era la situazione giuridica delle persone prelevate al momento dell’operazione di polizia? Qual è essa ora? • Per quale motivo le famiglie sono state prelevate nottetempo dalle loro abitazioni transitorie? • Le madri sono state informate preliminarmente di questo trasferimento? • Hanno avuto il tempo per preparare se stesse e i bambini al viaggio? • Per quale motivo la famiglia è stata lasciata sola per il ritorno in Ticino, una volta annullato il rimpatrio? Come è tornata? • Non ritiene il Consiglio di Stato che questo modo di procedere all’espulsione sia traumatico per madre e bambini, particolarmente vulnerabili a causa del loro stato precario di persone in cerca di protezione e con un vissuto alle spalle di violenza e soprusi? • Nel caso della madre con la bambina epilettica costretta alla sedia a rotelle, le cure mediche necessarie sono garantite al bambino anche a Brindisi? Cosa ha fatto il Consiglio di Stato per verificare? • Perché il Consiglio di Stato non ha applicato in questi due casi di madri sole con bambini a carico, indipendentemente dalla decisione dal segretariato di migrazione SEM, la “clausola di sovranità” e concesso loro il permesso di soggiorno nel nostro paese?”.

Se qualcuno chiede di aiutare finanziariamente chi assume i rifugiati, sostenendo anche che non farli lavorare ha un costo, Lorenzo Quadri è assolutamente contrario. “Vista la difficile situazione occupazionale nelle regioni di frontiera svizzere, ed in particolare in Ticino, a causa della libera circolazione delle persone e conseguente sostituzione di lavoratori svizzeri/residenti con frontalieri, risulta incomprensibile un ulteriore sforzo finanziario, a carico del contribuente, con l’obiettivo – le cui chance di riuscita sono peraltro minime, data la scarsa quando non nulla integrabilità professionale delle persone in oggetto – di promuovere l’assunzione di rifugiati. Tale iniziativa comporterebbe, evidentemente, una discriminazione dei cittadini svizzeri e residenti ad opera dello Stato. Occorre invece concentrare gli sforzi dell’ente pubblico nell’inserimento professionale dei cittadini elvetici”. E afferma che “gli asilanti a carico dell’assistenza sociale vanno per contro rimpatriati quanto prima: ed è su questo obiettivo che la SEM dovrebbe semmai intensificare gli sforzi. Questo anche allo scopo di conseguire importanti risparmi per tutti gli enti pubblici (Confederazione, Cantoni, Comuni), oltre che di scoraggiare l’immigrazione clandestina”.

A proposito di Lega, Daniele Caverzasio dovrebbe essere candidato al Consiglio di Stato. In merito al dubbio dell’eventuale congiunzione con l’UDC, il capogruppo ha detto che “Lega e UDC non sono la stessa cosa. È chiaro che noi abbiamo un’anima più sociale, che può scontrarsi con quella più filo liberale e vicina al mondo economico dell’Udc. Lo dimostra anche il fatto che Quadri e Pantani in Consiglio nazionale risultino i più attenti alla socialità di tutto il gruppo democentrista. Per una buona parte di temi siamo allineati, per altri abbiamo visioni diverse”.

Il PPD si sta impegnando per l’Infocentro di Pollegio, e dopo la risoluzione presentata in Gran Consiglio da Ghisla, oggi è stata presentata una raccolta firme, ovvero una petizione, che chiede “il Consiglio di Stato “intervenga, senza compromettere lo scambio di terreni Cantone-Confederazione che consentirà in futuro la costruzione dell’Ospedale regionale alla Saleggina di Bellinzona, contro la demolizione dell’Infocentro così che la struttura possa essere messa a disposizione dei Comuni, degli enti e degli abitanti di questo prezioso territorio”.

Il PS bellinzonese è preoccupato per la situazione del centro Mizar. “Ci risulta che la Fondazione Agire, dopo aver preso da Cantone e Confederazione 1’000’000 di franchi a fondo perso (vedi RG 5720 del 15 dicembre 2016) per finanziare nel triennio 2016-2019 l’occupazione di spazi di proprietà di Lugano MedTech nel centro Mizar sia sparita dalla circolazione e non abbia più confermato gli intenti e il pre-accordo per affittare 1000 mq di spazi. Ci risulta anche che nemmeno un mq di spazi sarà affittato dal Neurocentro, che è destinato a fare della sede IRB di Bellinzona la sua ubicazione principale. Anche se ci saranno probabilmente due o tre istituzioni di ricerca legate alla Fondazione Cardiocentro Ticino (che possiamo definire di livello modesto visto che non hanno mai ricevuto finanziamenti importanti da parte p.es. del Fondo Nazionale per la Ricerca), oppure società interessate ad investire i loro capitali in esercizi pubblici all’interno dello stabile nonchè qualche negozio altrettanto interessati agli spazi del Mizar, ci si chiede come la fondazione Lugano MedTech sarà in grado di rispettare il business plan ed essere in grado di remunerare i capitali ricevuti in prestito dalle banche. Non osiamo qui nemmeno accennare agli scenari –lungamente discussi in CC- di un eventuale riacquisto delle azioni della Città da parte della Fondazione CCT”, scrivono in un’interrogazione Carlo Zoppi, Marco Jermini, Raoul Ghisletta, Simona Buri, Demis Fumasoli, Tessa Prati, Nina Pusterla, Antonio Bassi e Jacques Ducry, chiedendo poi lumi.

A Mendrisio i pipidini Davina Fitas e Manuel Aostalli con una mozione chiedono “al Municipio di inserire una clausola nei bandi di concorso, come fatto dal Municipio di Chiasso nell’evasione di una mozione identica a questa presentata da Giorgio Fonio e cofirma- tari, affinché le ditte vincitrici degli appalti pubblici venga vietato (salvo in casi eccezionali e giustificati) la possibilità di utilizzare personale delle agenzie interinali o di notificati indipendentemente dalle possibilità che offre la Legge sulle commesse pubbliche”.

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