UNIA ha agitato le acque durante il weekend, presentando un ricorso al TRAM in merito alla votazione sul pacchetto fiscale. Automaticamente, se verrà bocciato, non entreranno in vigore nemmeno le misure sociali, pur non essendoci la clausola ghigliottina, e questo non piace al sindacato. “È scandaloso far votare una riforma per farne passare un’altra”, afferma Vincenzo Cicero, “si vota solo contro gli sgravi fiscali”. Ci si basa su una precedente sentenza relativa al Canton Neuchâtel, che aveva definito non legale accorpare di fatto due temi distinti e incompatibili tra loro.
La reazione del PLR, partito di Vitta e fra i maggiori sostenitori della riforma, è stata furibonda. “La discussione in parlamento ha eliminato la famosa “clausola ghigliottina” che avrebbe formalmente legato le due proposte costringendo ad approvarle entrambe. Tuttavia è ben evidente a tutti come la connessione tra misure di adeguamento di alcune aliquote fiscali e le diverse proposte di ampliamento delle prestazioni sociali per le famiglie siano in relazione sul piano politico. Detto al contrario; l’estensione delle prestazioni sociali non avrebbero verosimilmente trovato le necessarie maggioranze politiche senza gli indispensabili interventi sul piano fiscale”, si legge nella nota. UNIA viene accusato di non rispettare la concordanza, e di star “praticando da molto tempo una politica di ostruzionismo, di polemica e di bagarre volendo chiaramente ergersi a rappresentante unico dell’opposizione con il corollario dell’emarginazione del Partito socialista dalla scena. Lo schema è il solito; lotta ai ricchi per dare ai poveri. Il solito disco rotto che dimentica un principio irrinunciabile; prima di distribuirla la ricchezza deve essere creata. Allo stesso modo prima di preoccuparsi del lavoro e di chi lo crea, pretendono il continuo miglioramento delle condizioni salariali. UNIA e la sinistra pretendono sempre “il panino e soldino”. Troppo facile”.
Weekend caldo anche per l’aeroporto di Lugano. Sabato sera la socialista Simona Buri, il comunista Demis Fumasoli e l’indipendente Jacques Ducry aveva interpellato il Municipio: “la situazione finanziaria di Lugano Airport SA (LASA) sembra infatti compromessa, fino al punto di richiedere al Municipio di Lugano la postergazione dei crediti. Ricordiamo che più volte, sia da parte del Cda del LASA, che da parte del Municipio, siamo sempre stati rassicurati sulle condizioni finanziarie del LASA. Per non trovarci sorpresi leggendo un qualche articolo di giornale, dove viene mostrata la problematica del LASA, mi permetto di chiedere quanto segue: 1. Chi sono i debitori e a quanto ammonta la loro cifra scoperta, ad oggi, da parte di Lugano Airport? 2. C’è la reale possibilità che i bilanci vengano depositati? 3. Il Municipio ha intenzione di soccorrere e di sanare la situazione? 4. Perché il Municipio, nonostante precise istruzioni da parte della Commissione della Gestione, non ha ancora interpellato il Cantone per verificare l’intenzione di sostenere finanziariamente questo oggetto di importanza cantonale, attraverso investimenti mirati, e coperture di costi di gestione, laddove politicamente opportuno?”.
LASA il giorno dopo ha replicato: “Lugano Airport SA è assolutamente in grado di far fronte con la propria liquidità a tutte le spese correnti, oneri, salari, prestazioni di fornitori, ecc. Non vi sono posizioni creditorie di terzi che in qualche modo potrebbero compromettere la sua attività operativa; in particolare non vi sono debiti verso banche o istituti finanziari. Visto quanto sopra si conferma che la continuità aziendale di Lugano Airport SA non è minimamente messa in discussione. Deplora che questa situazione venga strumentalizzata per mettere in cattiva luce l’attività della società in questa difficile situazione osservando che queste notizie potrebbero rendere molto difficili i rapporti con partner nazionali e internazionali quali fornitori di servizi e beni essenziali per le operazioni di volo”.
PS-PC-Indipedenti hanno nel frattempo lanciato accuse di fuoco, parlando di dilettantismo a livello di gestione sia da parte del Municipio che della LASA, con scarse coordinazione e comunicazione. Desiderano uno scalo che mantenga le rotte essenziali (quella su Zurigo e quella da ripristinare su Ginevra) e che salvi i posti di lavoro, ma anche un intervento più deciso da parte del Cantone (in particolare di Zali e Vitta, perplessità che, scrivono, sono condivise dal PPD e da Michele Bertini) e dei comuni e associazioni economiche interessate all’aeroporto.
Intanto, diverse personalità hanno fondato un comitato a favore del Cardiocentro, preoccupati per il futuro che dovrebbe vedere l’ospedale diventare parte dell’EOC. “I sottoscritti non mettono in discussione il principio del passaggio dell’ospedale del cuore nel contesto dell’Ente ospedaliero cantonale, in rispetto dello spirito dei patti firmati oltre vent’anni fa tra le parti. Tuttavia ritengono imprescindibile che, anche in futuro, venga garantita la piena indipendenza ed autonomia dell’istituto, sia dal profilo medico sia gestionale. Autonomia ed indipendenza, oggi messe in discussione, che sono alla base del modello di successo del Cardiocentro e dei risultati conseguiti negli ultimi due decenni a beneficio di tutti i pazienti del nostro Cantone”.
Si tratta di Edo Bobbià (ccordinatore gruppo “Grazie Cardiocentro), Rocco Cattaneo (Consigliere Nazionale PLR), Fabio Regazzi (Consigliere Nazionale PPD), Marco Chiesa (Consigliere Nazionale UDC), Marco Borradori (sindaco di Lugano), Vicky Mantegazza (presidente HCL), Rupen Nacaroglu (Consigliere Comunale Lugano PLR), Maristella Polli (Gran Consigliera PLR), Sabrina Aldi (Gran Consigliera Lega), Maruska Ortelli (Gran Consigliera Lega), Nadia Ghisolfi (Gran Consigliera PPD), Tullio Righinetti (già Gran Consigliere PLR) Giuseppe Cotti (Municipale Locarno), Stefano Gilardi (medico e sindaco di Muralto); Moreno Colombo (già sindaco di Chiasso), Beatrice Fasana (dirigente d’azienda e membro del Consiglio dei politecnici federali), Andrea Gehri (imprenditore); Andrea Leoni (paziente), Mario Mantegazza (imprenditore), Sergio Arma (già primario di chirurgia all’Ospedale Beata Vergine Mendrisio), chiunque può aderire.
Intanto, Cristoph Blocher è pronto a schierarsi in prima fila contro la possibile implementazione del diritto europeo in quello svizzero, e attacca Ignazio Cassis: “ho sempre detto che non bisognava fare troppo affidamento su di lui, vede il mondo diviso in blocchi di potere in cui la Svizzera non ha posto. Con un Consigliere Federale come lui. nel ’39 ci saremmo uniti al Terzo Reich”. L’UDC nazionale ha cambiato un po’ i quadri, e Marco Chiesa è stato eletto fra i vicepresidenti.