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In Gran Consiglio, sì a trattare con l’Italia per i ristorni, no agli aiuti alle aziende primanostriste

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Giornata di Gran Consiglio dove i protagonisti sono stati i ristorni, tema quasi dominante in questo periodo di politica. In discussione c’era una mozione del 2015 di Fonio-Agustoni che chiedeva al Governo di trattare con l’Italia per l’utilizzo dei soldi in opere transfrontaliere. “Tutti sanno a che cosa servono, ma la richiesta di blocco da parte di Zali fa capire che c’è un malessere”, ha spiegato il mozionante pipidino Agustoni. Numerosi i riferimenti alla crisi di governo italiana, che porterà allo slittamento chissà quando, se mai ci sarà, di una firma sull’accordo parafato nel 2015. In pratica, i due messaggi si sono distinti per il fatto che per Dadò anche bloccare i ristorni, ma quello dovrà deciderlo il Governo, non cambierebbe nulla poiché ritiene che non si sia obbligati a versarli, mentre Quadranti pensa di sì e che in realtà l’Italia non stia violando nulla. Ma la conclusione è la stessa: si deve trattare, seppur in modo più sfumato nel secondo.

Lo hanno fatto notare tutti, e proprio per questo il PLR si è astenuto dal voto sul messaggio di maggioranza, che è comunque passato con 43 voti favorevoli, 12 contrari e 21 astenuti. Daniele Caverzasio della Lega ha invitato Paolo Beltraminelli a fare l’ago della bilancia e a appoggiare la misura leghista del blocco, per lui comunque troppo minimalista, così come quella di Fonio-Agustoni.

“Un approccio appoggiato dal rapporto di Matteo Quadranti che ha così ritenuto evasa una proposta di qualche anno fa del PPD su cui naturalmente si è voluto cercare di vendere lucciole per lanterne: in effetti da nessuna parte si parla di blocco dei ristorni ma semplicemente di parlarsi”, ha scritto il PLR in una nota. “Avanti con le trattative, ma senza preclusioni e senza forzature che non servono a niente”.

Non è passata invece la misura che desiderava aiutare le aziende che impiegavano un certo numero di residenti a uno stipendio superiore ai 4’000 franchi: la votazione è finita 49 a 32 per il no con due astenuti.

La Lega vuole abolire la SECO. Il motivo? Ancora una volta i frontalieri. “I burocrati federali intendono pagare tramite una compensazione i frontalieri che subiranno una riduzione della percentuale di lavoro. Non è sufficiente la disparità fra frontalieri e residenti? L’effetto di sostituzione e dumping salariale non sono sufficientemente elevati? Adesso dobbiamo anche pagare lo stipendio dei frontalieri? I regali ai frontalieri in ambito della disoccupazione sono particolarmente indecenti se si pensa che, con l’ultima modifica della legge federale, che la Lega ha combattuto, dal 2012 sono stati introdotti pesanti tagli alle indennità dei residenti”. Si teme una riduzione di ore come raggiro, e “la Lega dei Ticinesi non accetta ulteriori regali ai frontalieri a discapito dei residenti, come non dovrebbero accettarlo gli altri partiti e tutti i cittadini! Ma indovina indovinello, a chi è in mano la SECO? Al consigliere federale P(L)R Amman, all’ex partitone che anche in Ticino non sembra avere a cuore l’interesse dei Ticinesi e del Ticino (vedi blocco ristorni)! E’ ora di darci un taglio a queste sconce prese per i fondelli”.

A Mendrisio, dopo il clamoroso cambio di sindaco di ieri, Daniele Caverzasio ha segnalato di essere stato minacciato da dei supporters liberali. “Questa mattina vengo “minacciato” da supporter PLR che se non appoggerò il sindaco non mi sosterranno più tra due anni e almeno mi mancherà la “paga” da municipale…” scrive “Finita una campagna inizia quella intimidatoria?” si chiede.

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