Si parla ancora di ristorni. La Lega ha emesso un comunicato piuttosto contrariato. “Sebbene il parlamento avesse legittimato il Consiglio di Stato a trattare con l’Italia, il Governo ha per l’ennesima volta dimostrato una mancanza di coraggio palese. La proposta di Claudio Zali e sostenuta da Norman Gobbi di bloccare e vincolare parte dei ristorni per opere infrastrutturali di valenza transfrontaliera è stata bocciata dal triciclo PLR-PPD-PS. I CdS Vitta, Beltraminelli e Bertoli hanno affossato la proposta di blocco, frantumando la possibilità di avere una merce di scambio nelle trattative con Roma”.
“Avrei preferito arrivare al tavolo delle trattative con blocco parziale dei ristorni. Non si è trattato di una richiesta eclatante. Il soldi sarebbero confluiti in opere di interesse pubblico e ricordiamo che non è in ballo solo la sicurezza dei cittadini svizzeri”, ha detto Claudio Zali. “Speravo che l’auspicio dato dal Parlamento potesse essere raccolto da qualche collega di Governo”. Invece no.
Niente chiusura per i valichi secondari ticinesi: lo ha deciso il Consiglio Federale. Ci saranno delle barriere chiudibili in caso di ricerca, per esempio dopo una rapina. Se il Dipartimento di Gobbi vuole conoscere le motivazioni prima di esprimersi, Marco Romano attacca: “Consiglio federale, ALT! Così non va bene. Si tratta di una decisione inaccettabile e irrispettosa della volontà del Parlamento! La sicurezza non è fatta solo da statistiche, ma anche da elementi e aspetti soggettivi. I valichi secondari vanno chiusi di notte”.
Non le ha mandate a dire nemmeno Lorenzo Quadri, arrabbiato per i ristorni e per la non chiusura. “Grazie partitocrazia! In due giorni: braghe calate sui ristorni dei frontalieri e braghe calate sulla chiusura notturna dei valichi secondari. Mentre l’Italia impara a difendere i propri confini marittimi, a Bellinzona e a Berna i politicanti camerieri dell’UE sono ormai costantemente inchinati a 90°. In sprezzo degli interessi del paese, di quelli dei cittadini e delle ernie del disco. Ma è chiaro che non finisce qui. Sulla chiusura notturna – che è stata decisa dal parlamento! – si deve tornare alla carica. La fregnaccia della “scarsa incidenza”, i burocrati bernesi la vanno a raccontare a qualcun altro. Del resto sono gli stessi che dicevano che la richiesta del casellario giudiziale non serve ad un fico. Lacchè con credibilità zero”.
Michele Bertini ha sparato a zero sul suo partito, il PLR, mettendo addirittura in dubbio che i suoi valori siano compatibili con un impegno attivo. Il tutto comincia quando non è d’accordo con la ex presidente sezionale Giovanna Viscardi sul moltiplicatore. “La reazione è stata scomposta. Il disagio che ho provato io, l’hanno provato in molti, a tutti i livelli, ma nessuno ha mai avuto il coraggio di dire nulla per paura di perdere consensi”. E non si sente rottamatore di Viscardi. “Ora basta con questa storia! In questi mesi ho lasciato che mi si tacciasse di rottamatore per ambizioni personali e di burattino a vario titolo. Non sono intervenuto pubblicamente per non gettare altra benzina sul fuoco. Non sarò un Municipale azzoppato”. Accusa il partito d averlo lasciato solo, c0mpreso quello cantonale. Una bordata nel giorno in cui si dovrebbe eleggere il nuovo presidente sezionale Guido Tognola.
A gettare benzina sul fuoco è arrivato Bixio Caprara, presidente del PLR, che ritiene che lo sfogo di Bertini sia una coda della polemica che ha coinvolto la sezione luganese e dice che il Municipale che non è solo.
Bocciato il mosaico da Guinness per la Scalinata degli Angioli, voluta da Giovanni Albertini del PPD. Il Municipio di Lugano la ritiene troppo onerosa.