L’ex Cancelliere Giampiero Gianella guadagnava 214’908 franchi annui, “come previsto dalla Legge sugli stipendi” e dal 2014 il suo stipendio è stato aumentato del 4% ai sensi della Legge stessa, che prevede tali aumenti “in casi eccezionali, allo scopo di assicurarsi la collaborazione di persone di capacità eminenti o di conservarle al servizio dello Stato”. Lo ha spiegato Claudio Zali, in Gran Consiglio, rispondendo a una domanda di Matteo Pronzini.
Il quale, come sempre, non le ha mandate a dire: “quella legge vale per persone particolarmente meritevoli, Gianella con quello che ha combinato non mi pare una di esse… io penso per esempio a dei medici”. Poi è tornato all’attacco sulle pensioni degli ex Ministri, parlando di “un privilegio nei privilegi. Le leggi ancora una volta non sono state rispettate. Ministri, farete voi la figura dei fessi, mi sa!”.
Zali ha risposto alle sue domande, pur dicendo che è l’ultima volta che replica a interpellanze con titoli volutamente offensivi, spiegando i meccanismi con cui funziona l’attribuzione delle pensioni. “Il reddito accessorio degli ex Ministri viene sempre controllato: per il 2016 non sono ancora avvenuti perché mancano i dati, mentre nel 2015 l’Istituto di Previdenza ha ottenuto l’attestazione per due casi per cui sono state eseguite delle analisi, ma ciò non ha portato a una riduzione. Per altri sette casi, si attende la tassazione definitiva, mentre in un caso la riduzione è stata chiesta dal diretto interessato. Dal 2000 ad oggi in 45 circostanze la verifica ha portato alla riduzione della rendita. Il Consiglio Cantonale delle Finanze non ha mai eseguito dei controlli sul regime pensionistico poiché il Governo non ne ha ravvisato la necessità, né risulta che la Gestione abbia attivato l’alta vigilanza sul tema”.
Non contento, il deputato MPS ha voluto rispondere sul supplemento AVS/AI ai Consiglieri di stato non più in carica. “Prendono 20’000 franchi all’anno: è questo è illegale. La responsabilità sarà ancora data ancora a voi cinque, perché non siete attenti. Ma il problema penale vi verrà risolto dal PG, che dirà che il Gran Consiglio era informato: le leggi devono essere rispettate indipendentemente da chi era informato!”, polemizza, usando parole dure. “È scandaloso che oltre alle pensioni d’oro si portino a casa illegalmente 20 mila franchi annui. Se uno lascia a 45 anni, sono 400mila franchi…”. E annuncia che per lui il tema non finisce qui.
Questa discussione è stata la questione più rilevante affrontata in aula, dove i parlamentari hanno votato l’incompatibilità fra il ruolo di granconsigliere e il posto nel CdA di alcuni enti parapubblici, da AETI a BancaStato.
Pronzini si è reso protagonista anche di una polemica contro il PLR e il ricercatore SUPSI Samuele Vorpe, che ha scritto un articolo, non il primo, a favore della riforma fiscale. “Altra cosa è quello che pensa e fa il cittadino, l’economista, il fiscalista Vorpe: può scrivere tutti gli articoli e rilasciare tutte le interviste che vuole a sostegno delle sue opinioni e nessuno si sognerebbe di contestargli questo diritto. Altra cosa è quando interviene (e lo sottolinea) a nome della SUPSI. L’attivismo di Vorpe, il fatto che intervenga come responsabile SUPSI schierandosi, con questo titolo, nel dibattito referendario conferma questa logica istituzionalmente inaccettabile”.
Pepata la replica liberale: “In effetti sarebbe lecito chiedersi in che veste la ricercatrice SUPSI Angelica Lepori Sergi, moglie di Pino Sergi, coordinatore MPS, e lei stessa consigliera comunale a Bellinzona per lo stesso movimento, si esprimerà alla RSI questa sera all’interno del dibattito sulla riforma fiscale e sociale. Sarà solo una privata cittadina, o porterà a sostegno delle proprie tesi anche argomenti basati sulla sua esperienza professionale alla SUPSI? Oppure ci si chiede come mai non ci si agiti allo stesso modo quando a sostenere tesi chiaramente più profilate a sinistra ci sono opinionisti come il professor Sergio Rossi”. In merito a Vorpe, il PLR dice che “da un ricercatore la prima cosa che ci si aspetta è la competenza scientifica e che Samuele Vorpe conosca il tema della fiscalità e la situazione del Ticino nel confronto intercantonale è indubbio. Se un ricercatore del valore di Vorpe sostiene apertamente la riforma fiscale e sociale significa che i motivi per sostenerla, al di fuori delle ideologie, sono più che solidi. A Pronzini non va bene che Vorpe esprima la sua opinione sulla riforma fiscale in considerazione del suo ruolo di responsabile del centro di competenze fiscali della SUPSI. Qual è il problema? Forse che un esperto del ramo esprima un parere diverso dal suo?”.
Intanto, oggi sono state depositate ufficialmente le candidature dei due aspiranti sindaci di Mendrisio. Salvo sorprese dell’ultima ora, che sarebbero da escludere, a giocarsi la poltrona che Carlo Croci ha lasciato saranno Marco Romano e Samuele Cavadini.
“Lunedì mattina alle 11.00 il presidente della sezione PPD e GG di Mendrisio, Davide Rossi, ha consegnato alla cancelleria comunale la candidatura ufficiale di Marco Romano a Sindaco di Mendrisio. A sostenere formalmente la corsa di Marco Romano oltre 300 persone che negli scorsi giorni hanno voluto firmare quale proponenti la proposta di candidatura. Tra questi accanto al sindaco uscente Carlo Croci, ai colleghi di Municipio e a tutto il gruppo di Consiglio comunale e agli ex sindaci e municipali PPD dei comuni aggregati, anche esponenti di altri partiti e di varie realtà associative della Città. Una lista di proponenti corposa e variegata, espressione di Mendrisio e dei suoi quartieri”, scrive il PPD.
E il PLR: “Questa mattina in cancelleria comunale , Tiziano Calderari, Presidente della Sezione PLR della Città di Mendrisio, ha consegnato la candidatura ufficiale del Municipale Samuele Cavadini per la carica di Sindaco. A sostenere la candidatura di Samuele Cavadini, oltre ai rappresentanti della Sezione, sono Consiglieri comunali, ex Sindaci e municipali del Comuni aggregati, rappresentanti di Associazioni e soprattutto amici e cittadini di tutti i quartieri della città di Mendrisio che vedono in lui il candidato ideale al Sindacato”.
A Bellinzona, Lega e UDC sono preoccupati per “la malagestione della videosorveglianza da parte del Municipio. Come in molti altri settori (la raccolta dei rifiuti che continua ad essere gestita con innumerevoli sacchi di tutti i colori), il Municipio di Bellinzona dimostra di non avere in mano la situazione e di non sapere governare la città. Continuano a spuntare nuove e potenti telecamere, poi misteriosamente sostituite da altre, senza che il Municipio sia in grado di fare rispettare i diritti costituzionali dei cittadini e l’uguaglianza di trattamento. Di fatto il Municipio è ancora una volta in balia dei suoi funzionari che agiscono senza nessuna direttiva. Nessuno contesta l’importanza dello strumento della videosorveglianza in determinate situazioni. Ma le telecamere devono servire per la sicurezza non per il pettegolezzo. I cittadini devono avere la garanzia che le loro facce e i loro comportamenti non girino nelle pennette USB del primo venuto e non finiscano su Facebook. Oggi purtroppo non sappiamo chi sono i funzionari che hanno accesso alle registrazioni nè quali obblighi sono loro impartiti. Parimenti non sappiamo se le videocamere servono per proteggere il cittadino e la proprietà da fatti gravi, oppure per controllarlo e punirlo per ogni minimo comportamento come quello di gettare una carta per terra”.
In Ticino è stato ospite il Consigliere Federale Schneider-Ammann. “Essendo un Paese piccolo, ma una realtà molto avanzata possiamo rimanere ai vertici assoluti di benessere. Come si fa? C’è una sola ricetta: dobbiamo avere la miglior formazione di tutti. La formazione deve essere sempre al primo posto, portando da noi i migliori. Rispettando però il patto sociale, con contratti collettivi e soluzioni concordate. Sono a favore dell’immigrazione, quando però si eccede, ci possono essere dei problemi. La situazione attuale è però migliore rispetto a quella di due anni fa. Chi viene da noi, deve integrarsi, altrimenti anche la pace sociale è a rischio. Non voglio due società parallele come in Belgio. Altrimenti possono esserci delle escalation. Ma abbiamo bisogno di ringiovanire la nostra società, di invertire la piramide demografica. E questo è un contributo che l’immigrazione può dare, ma con misura”. “Prima i nostri”? Il tema è spinoso! Ma la mia risposta concreta si basa sulla mia esperienza di imprenditore. Ho sempre cercato un equilibrio tra collaboratori svizzeri e frontalieri, per una questione di cultura aziendale. Prima i nostri? Va bene come slogan, ma servono formazione e specializzazione. I soldi non crescono sugli alberi. E quindi accanto agli specialisti servono persone un po’ meno qualificate e questo concede margine di manovra anche ai locali. Non basta essere svizzeri per avere un lavoro, serve anche dare un contributo chiaro. Serve però equilibrio, perché la tematica è delicata”.