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Il PS vuole una discussione su benefici e pensioni dei Ministri, caos firme a pagamento a Bellinzona

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Il PS ha preso in considerazione la richiesta di Matteo Pronzini di unirsi a lui nella richiesta davanti al Parlamento di restituzione dei benefici, ritenuti illegali, da parte dei Consiglieri di Stato (e del Cancelliere), ma ritiene che sia prematuro. La questione, scrive, è in mano a John Noseda, che ha sentito il Presidente del Governo, e Durisch e Righini chiedono “all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio e alla Commissione della gestione di incaricare il Controllo cantonale delle finanze di stilare un rapporto sulla problematica. Evidentemente, qualora dagli accertamenti del Controllo cantonale delle finanze dovesse risultare una situazione non conforme alla Legge, come già fatto in passato, valuteremo un’eventuale richiesta di risarcimento”. In ogni caso, ritengono che sia giunto il momento di fare una seria discussione sul tema, così come sulle pensioni dei Ministri (c’è pendente anche un ricorso di Zali su quanto versato). “Va evidenziato il netto contrasto tra le celerità con cui il Consiglio di Stato ha portato avanti i tagli alla socialità e alla politica famigliare, con la recente manovra di rientro finanziario, e la lentezza con cui è stato trattato il dossier riguardo ai rimborsi spese e alla cassa pensione dei Consiglieri di Stato”.

È di nuovo polemica sui raccoglitori di firme a pagamento. L’MPS qualche mese fa era stato accusato da alcuni giovani socialisti e da Opinione Liberale di pagare chi raccoglieva le firme per lanciare il referendum. Sergi ha denunciato il giornale liberale, ora invece, in relazione alla raccolta firme contro il semisvincolo di Bellinzona, si trova dall’altra parte della barricata. È stata pubblicata un’inserzione dove si cercavano una cinquantina di persone disposte, dietro compenso, a raccogliere firme, e l’MPS ha deciso immediatamente di uscire dal comitato di sostegno al referendum, pur annunciando di voler continuare a cercare firme in modo autonomo. “Abbiamo ribadito che questa pratica, seppur non contraria alla legge, deve suscitare ampie riserve in chi, come noi, pensa che strumenti democratici come referendum e iniziativa sono, soprattutto, mezzo di contatto e di discussione con la popolazione, strumento di partecipazione diretta e democratica”.

Il capogruppo socialista Ivo Durisch è stato citato in modo errato, e lo ha fatto notare, mentre anche i Verdi hanno detto la loro: “I Verdi del Ticino confermano che la raccolta firme, gestita dal nostro movimento, è fatta e sempre sarà fatta, su base volontaria. Cogliamo l’occasione per ringraziare di cuore tutte le persone che si sono messe a disposizione donando parte del loro prezioso tempo libero! Le modalità di raccolta firme nel caso di associazioni o singoli privati che vogliono contribuire alla riuscita del referendum sono di loro competenza, nel rispetto della legge vigente, e non possono essere da noi influenzate. Una collaborazione puntuale su temi specifici condivisi, è da sempre la nostra impostazione di far politica. Per i verdi del Ticino è fondamentale anteporre l’importanza dei temi rispetto a pericolosi formalismi ideologici. I Verdi del Ticino si distinguono per il loro dinamismo e per non volersi fossilizzare su dubbie posizioni moralizzatrici”.

A proposito di Verdi, la co-coordinatrice Jessica Bottinelli, vista la quantità di rifiuti lasciati nelle strade dal Rabadan, ha proposto che le manifestazioni ticinesi prendano esempio da altre in Svizzera Interna, che propongono per esempio il servizio di bicchieri su cauzione, oppure vengono noleggiati bicchieri e sistemi per lavarli, o ancora si impiegano persone in disoccupazione o assistenza per occuparsi della pulitura dei bicchieri.

Intanto, il Consiglio di Stato ha tolto l’effetto sospensivo sul preventivo di Lugano, che era conseguente al ricorso di un privato cittadino contro l’abbassamento del moltiplicatore al 78%. Il Municipio si definisce soddisfatto, e può così operare, mentre si attende la risposta in merito, appunto, al solo moltiplicatore (il ricorso è stato effettuato per presunti vizi di forma, la proposta di abbassarlo dall’80% di 2 punti era stata del PPD, come compensazione per l’inserimento della tassa sui rifiuti).

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