Pochi politici sono attivi sui social, in queste giornate di festa, se non per pubblicare auguri, riflessioni e foto di famiglia: come giusto che sia, ci si dedica ad altro, si stacca, ci si rigenera.
Attivo invece il leghista Lorenzo Quadri, che come è solito fare ha continuato a pubblicare articoli che hanno destato il suo interesse, commentandoli.
Nel giorno di Natale ha voluto ringraziare i volontari che hanno partecipato al pranzo organizzato da Fra Martino: “Complimenti a tutti i volontari che hanno trascorso il Natale (e non solo quest’anno…) lavorando per offrire un buon pasto ed un momento di festa ai meno fortunati – tra i quali, purtroppo, ci sono sempre più ticinesi – o a chi oggi si sarebbe trovato solo”.
Non gli sono piaciuti i discorsi di Papa Francesco, che sia nell’omelia della notte di Natale sia nell’Urbi et Orbi ha parlato di migranti e della necessità di accoglierli, dicendo di vedere Gesù in molti bambini costretti a lasciare la propria terra (e in quelli colpiti dalle guerre, ne ha citate diverse) e citando Maria e Giuseppe come esempio di migrazione. “Ossignùr (è proprio il caso di dirlo). Anche la messa di Natale trasformata nell’ennesimo comizio politico pro-finti rifugiati. Inoltre, pur non essendo granché ferrato in materia, non mi risulta che Giuseppe e Maria avessero lasciato il loro paese per andare a fare i migranti economici. Giuseppe era andato a Betlemme per il censimento, perché Betlemme era la sua città”, ha scritto Quadri.
Che oggi ha lodato l’iniziativa, passata un po’ sotto traccia, del Comune di Monteceneri, che replicando quanto fatto da Claro qualche anno fa, ha votato un adesivo con la percentuale di frontalieri impiegati in ogni azienda cittadina. La notizia ha suscitato un po’ di polemiche in Italia, fattore positivo per il leghista, che non risparmia attacchi al vetriolo. “Il fatto che oltreconfine non abbiano gradito conferma che è un passo nella direzione giusta. Troppi tra i vicini a sud credono – tramite la devastante libera circolazione delle persone – di poter continure a campare sulle spalle del Ticino e dei ticinesi, utilizzati come valvola di sfogo per il disastro occupazionale italico. I primi a pensare di poter andare avanti così in eterno sono proprio i politicanti del Belpaese con la loro stampa di servizio: quella che starnazza agli “svizzeri xenofobi”. Mentre i ristorni dei frontalieri, che il triciclo PLR-PPD-PS in governo si ostina a versare, invece di finanziare “opere infrastrutturali di interesse comune”, vanno a tappare i buchi nella gestione corrente dei comuni beneficiari. Come ha candidamente ammesso di recente un’assessora regionale lombarda”.