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Un docente anima la giornata post civica parlando di nazismo, l’UDC interviene

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La campagna legata alla votazione sulla civica è stata caratterizzata da toni alti, lo hanno sottolineato tutti, e a un giorno dal voto si continua a discutere: a far inviperire l’UDC è stata l’uscita su Facebook di un docente delle medie di Barbengo, Maurizio Cimarosti, che ha postato una foto di Hitler, paragonando il voto di ieri a un prodotto nazista e scrivendo  che a “quanto pare l’ignoranza ed il populismi hanno convinto il 7% dei ticinesi Una brutta sconfitta per il Ticino e il prezzo lo pagheranno i nostri e vostri figli. Va bene: prima lezione di civica, una riflessione su questa deriva”. Sbagliando, tra l’altro la percentuale, e aggiungendo che alle urne vince chi paga di più per le inserzioni sui giornali.

L’UDC, appunto, ha reagito stizzito, anche se il docente dopo qualche ora ha tolto il post, sommerso di critiche, e il direttore della sua scuola ha minimizzato il tutto. I democentristi ce l’hanno con entrambi, e promettono un atto parlamentare per chiedere la sospensione, sia professionale che salariale, dell’uomo, e un ammonimento al direttore.

Esso arriverà nel pomeriggio, con primo firmatario Tiziano Galeazzi, assieme a lui i due compagni di partito Gabriele Pinoja e Lara Filippini, i due deputati di Area Liberale Paolo Pamini e Sergio Morisoli, oltre che dal liberale Andrea Giudici e dal leghista Massimiliano Robbiani. Si tratta di un’interpellanza e chiede al Governo i due provvedimenti sopracitati.

Cosa succederà? Manuele Bertoli ha detto che “come negli altri casi già accaduti in passato, la situazione verrà valutata e si prenderanno le decisioni opportune, tenuto conto di tutte le circostanze e della comparazione tra le diverse fattispecie”. Il DECS ha intanto aperto un’inchiesta.

Marco Chiesa era fra i più arrabbiati, e rivolgendosi al docente ha tuonato “lo ammetto, sono un ignorante come la maggioranza dei cittadini ticinesi. Ho votato si alla civica. Ma lei, egregio Cimarosti, è un incivile che non rispetta la democrazia diretta del nostro Paese. Non merita di lavorare per la Repubblica del Canton Ticino e io non manderei mai i miei figli a prendere lezioni da lei. Farò di tutto affinché gente così pericolosa per l’istruzione dei nostri ragazzi non abbia più nulla a che fare col Canton Ticino e la scuola pubblica”.

Anche il Comitato per il no alla civica si è distanziato da quanto scritto, e poi cancellato, dal docente.

 

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