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Astano sarà solo il primo Comune ad avere un moltiplicatore superiore al 100%

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Lunedì 7 gennaio all’assemblea comunale di Astano è stato chiesto di approvare un moltiplicatore d’imposta del 110%. Va precisato che un moltiplicatore oltre 100% sarebbe un triste primato nella storia dei comuni ticinesi e una sorta di dichiarazione di fallimento, non solo della politica cantonale e comunale, ma anche della società che pretende da Confederazione, Cantoni e Comuni ciò che non può permettersi. Il denaro pubblico non esiste, la realtà (quella di Astano in primis) insegna in modo evidente a tutto il Ticino che invece esiste solo il denaro del contribuente.

Un moltiplicatore d’imposta superiore al 100% sarebbe la prima breccia in quella barriera che per il pensiero comune è ancora considerata, sbagliando, invalicabile. Infatti prima dell’assemblea astanese il Cantone, tramite la voce di un suo funzionario, ha spiegato per chi non lo sapesse e ribadito chiaramente per chi aveva dubbi, che il Consiglio di Stato ha il diritto (non l’obbligo) di imporre il moltiplicatore matematico ai Comuni, che in questo caso sarebbe del 145%. La Commissione della gestione di Astano a suo tempo aveva dimostrato sia al Consiglio di Stato che agli Enti Locali che la situazione finanziaria venutasi a creare non poteva essere addebitata a scelte particolarmente sbagliate del Comune e dei suoi cittadini.

Questa tesi sia in quell’occasione che prima dell’assemblea è stata riconosciuta dal CdS e SEL confermando che condizioni indipendenti dalla volontà degli Astanesi, sia strutturali che di politica Cantonale (con lo scarico di competenze e costi ai Comuni) involontariamente hanno contribuito in modo determinante al crearsi della situazione economicamente precaria del comune e/o dei comuni piccoli e discosti.

L’appello lanciato dal CdS tramite il responsabile SEL agli Astanesi prima dell’assemblea è stato quello di un gesto di assunzione di responsabilità condivisa in primis da me e, mi sento di poter dire, da tutti i presenti in sala. Peccato che questo giusto appello sia stato offuscato dalla non molto velata minaccia, che in caso di bocciatura il SEL si sarebbe attivato da subito per fare imporre un moltiplicatore almeno del 110% con la possibilità di arrivare 145%. Minaccia percepita in sala e ribadita dai presenti. Comunque l’appello alla responsabilità del CdS e SEL era e resta coretto e condivisibile, infatti è stato accolto dalla maggioranza della comunità astanese, che bocciando la proposta ha di fatto guadagnato del tempo per approfondire e ricercare soluzioni che non compromettano l’esistenza del Comune di Astano come l’alzamento del moltiplicatore a un livello controproducente. Perché se un moltiplicatore alto potrebbe mettere in fuga i pochi buoni contribuenti, certamente ne impedirebbe l’insediamento di novi, come renderebbe insostenibile la continuazione e l’avvicendamento delle già scarse attività commerciali. Insomma si può tranquillamente affermare che la scelta di un moltiplicatore superiore al 101% servirebbe solo ad accelerare la morte dell’intera comunità, non risolvendo i problemi di oggi e accentuando quelli di domani. Astano è pronto da assumersi le proprie responsabilità nella misura in qui lo farà il Consiglio di Stato e l’intero Ticino.

Perché gli Astanesi non posso essere soppressi solo per aver scelto di continuare a vivere nel proprio paesello, o di esservi ritornati e/o andati perché lì hanno gli affetti e\o l’unica possibilità di coronare il sogno (ancora almeno lecito in Svizzera) di avere la propria casetta grazie ai prezzi contenuti dei terreni. Gli Astanesi, come molti abitanti dei paesi discosti o di montagna, non possono essere continuamente penalizzati solo perché rimasti ad abitare dove spariscono e si allontanano asili, scuole, uffici postali, negozi e servizi di ogni tipo.

Non possono essere colpevoli di voler vivere a casa loro nonostante passino ore in colonna per andare e tornare dal posto di lavoro, non posso essere colpevoli di desiderare di rimanere in un luogo che costringe i loro figli quindicenni ad alzarsi alle 5 per continuare la formazione dopo la scuola dell’obbligo, non posso essere colpevoli di avere sempre fatto fronte ai compiti imposti dal Cantone compromettendo le proprie finanze. Gli Astanesi, è vero, hanno fatto degli errori ma sicuramente in buona fede e di poca entità, tant’è che non sono determinati per la situazione finanziaria attuale. Dunque l’assemblea si è conclusa con l’intento di fissare un moltiplicatore superiore al 100% quale segno tangibile di assunzione della propria e non altrui responsabilità, cioè si è deciso di mettere mano al proprio portafoglio invece di limitarsi a invitare gli altri a farlo.

La decisione di superare il 100% ( di quanto si vedrà) è anche il lancio di un allarme agli altri Comuni in situazioni simili e un’esortazione alla riflessione su dove il Ticino sta andando perché a fronte di costi maggiori vi sono servizi, prospettive e qualità di vita peggiori. Una riflessione sulle scelte del passato e del futuro considerate ineluttabili, come le aggregazioni che non risolvono i problemi ma li diluiscono.

Il prezzo è quello della cancellazione dei Comuni e di conseguenza della distribuzione del potere in modo democratico e capillare al popolo, insomma smantellando il “sistema paese” di successo e invidiato dal mondo. Gli Astanesi confidando in un Consiglio di Stato che dia loro fiducia e che non decida seguendo indicazioni matematiche e burocratiche che però di fatto annienterebbero il Comune. Ma che scelga invece di sostenere, in questo periodo di disaffezione alla “politica” e al proprio paese, una comunità che può essere d’esempio al mondo quale massima espressione della democrazia popolare, perché grazie al suo ordinamento regala già a diciotto anni a tutti i sui cittadini il potere di un Consigliere Comunale.

Una comunità che sceglierà di pagare in prima persona i propri errori e in parte anche quelli altrui, con l’assunzione reale (primi in Ticino) della responsabilità non solo dichiarata o sistemata con l’altrui denaro. Una comunità che sceglierà anche di ridurre solo all’indispensabile le sue già poche pretese. Insomma una comunità che sembra non aver perso la speranza di dare un futuro alla vivibilità del proprio territorio che tra l’altro, con il ritorno o l’arrivo anche di soli pochissimi buoni contribuenti, potrebbe ritornare ai livelli bassissimi del moltiplicatore come pochi anni fa.

Piaccia o meno il denaro pubblico è solo quello costituito da chi paga le imposte, da chi può permettersi di pagarle, da chi le paga e le paga anche per chi non può più permetterselo.

Spero che il Consiglio di Stato non metta gli Astanesi in condizione di non più poter pagare perché questo non è nell’interesse del Ticino.

Andrea Genola facente funzione di Consigliere Comunale di Astano 17.1.2019

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