Tra i Consiglieri di Stato, Norman Gobbi (Lega / TI) nuota controcorrente nella campagna della votazione del 19 maggio. Contrariamente alla maggioranza dei suoi colleghi, è contrario alla legge che mira ad controllo maggiore delle armi in circolazione.
In questa direttiva che si adatta alle misure antiterrorismo attuate dall’Unione Europea (UE), l’eletto della Lega denuncia un attacco frontale contro la sovranità della Svizzera. “Questo cambiamento di legge è richiesto da una direttiva dell’UE. Ma nel nostro Paese abbiamo costruito tutte le nostre più grandi conquiste sulla libertà personale, un valore che oggi viene messo in discussione”, ha criticato al microfono di “La Matinale” mercoledì.
“In Svizzera, si ha un attitudine di fiducia verso i cittadini, compresi i cacciatori, i tiratori e i collezionisti di armi, un approccio che non è quello dell’UE. Una modifica della legge non porterebbe più sicurezza in Svizzera e in Europa, essa ucciderebbe la libertà individuale degli Svizzeri”, sottolinea il Ticinese, che pratica anche egli il tiro sportivo.
“Rifiuto questa messa sotto pressione”
In questa votazione, il mantenimento degli accordi di Schengen-Dublino della Svizzera, rappresenta uno degli argomenti principali per il sì. In effetti la Svizzera è tenuta ad adattare la sua legislazione sulle armi se vuole restare in questa alleanza. In caso di “no” il 19 maggio, la cooperazione terminerebbe in maniera automatica dopo sei mesi.
“Rifiuto questo modo di fare dell’UE, con le sue clausole ghigliottina, la messa sotto pressione. Non si può accettare tutto quello che viene da Bruxelles”, contesta Norman Gobbi.
Le sparatorie di Parigi non sono state perpetrare con armi venute dalla Svizzera, ma con armi illegali, ci spiega i ministro. “Non è mettendo in discussione i buoni cittadini svizzeri che si andrà a migliorare questa situazione.”
“Non è nell’interesse dell’UE”
Di fronte alla minaccia di esclusione dagli accordi di Schengen-Dublino, l’eletto leghista mostra la sua fiducia. “La Svizzera ha sempre trovato delle soluzioni”, afferma, basandosi sul fatto che una scadenza potrebbe essere evitata se tutti gli Stati dell’UE e la Commissione europea, fossero d’accordo, entro 90 giorni dal voto – di fare delle concessioni alla Svizzera. “Non è nell’interesse dell’UE espellere la Svizzera”, ha affermato.
L‘UDC, con le società di tiro, è l’unico partito ad essere per il no nella votazione del prossimo 19 maggio.
L’intervento lo si può vedere al seguente link: https://www.rts.ch/play/tv/redirect/detail/10372446, mentre il testo in francese lo si trova sul sito http://www.pronti.ch/tuer-la-liberte-des-suisses-nameliore-pas-la-securite-dans-lue/.