Numero, dimensioni, ambiente e livello dell’acqua: per la prima volta sono state elaborate raccomandazioni scientifiche quantitative per la realizzazione di nuove infrastrutture ecologiche destinate alla conservazione degli anfibi. Un team di ricercatori dell’Eawag, del WSL e di info fauna karch ha analizzato le condizioni ottimali per la vita acquatica e terrestre di questi animali.
Gli esperti di conservazione della natura si pongono spesso domande sulla progettazione di stagni e zone umide per proteggere gli anfibi. “Finalmente abbiamo delle linee guida concrete”, afferma Helen Moor, biologa e responsabile del gruppo di ricerca sulla modellizzazione ecologica dell’Eawag. Nell’ambito dell’iniziativa di ricerca Blue-Green Biodiversity, i ricercatori hanno definito metriche semplici e raccomandazioni per fornire agli operatori strumenti utili per la pianificazione e la realizzazione di nuove infrastrutture ecologiche attraverso la costruzione di stagni.
Tra le raccomandazioni principali: nel raggio di circa 560 metri dovrebbero già esistere da 2 a 4 stagni o zone umide colonizzati dalle specie che si vogliono promuovere; i nuovi stagni dovrebbero avere una superficie d’acqua di almeno 100 m2 e prosciugarsi occasionalmente; i dintorni dovrebbero essere aperti e composti per non più del 50% da boschi. Inoltre, è importante evitare la presenza di pesci rossi, che predano gli anfibi.