Interrogazione 142.23
In questi ultimi anni, complice l’aumento del costo dell’energia, la politica dei sussidi ed una grande
spinta dettata anche dai media, molti proprietari d’immobile hanno deciso di dotare il loro stabile di un
impianto fotovoltaico.
A tutt’oggi è difficile verificare la bontà di tutti gli impianti messi in funzione. A parte una recente
denuncia penale, abbiamo appreso di situazioni che ci spingono a formulare, nell’interesse della
collettività, la seguente interrogazione al Consiglio di Stato.
Pertanto chiediamo al Consiglio di Stato:
- Il Consiglio di Stato ritiene corretto che molti impianti fotovoltaici siano forniti “chiavi in mano” e che il committente riceva un impianto installato da una ditta che retribuisce un controllore che ne attesta la bontà dell’impianto, cioè del lavoro eseguito? La situazione testé descritta non sembra offrire le garanzie minime a tutela del committente, ma pure, della collettività visto che l’esubero di energia elettrica è immesso nella rete. Sarebbe auspicabile che il controllore non sia anche l’esecutore del lavoro.
- Vista l’importante domanda di impianti fotovoltaici e la complessità di detti impianti il Consiglio di Stato non ritiene utile regolamentare l’accesso sul mercato di installatori qualificati? A quanto mi consta, oggi, non vi sono indicazioni particolari e dunque uno sventurato proprietario d’immobile
può trovarsi con un impianto fotovoltaico difettoso ed accorgersi di detta situazione dopo diversi anni magari immediatamente dopo il fallimento del proprio fornitore. - È un dato di fatto che si aprono determinate possibilità di sviluppo professionale in questo ambito che potrebbero attirare molti giovani e perché no, anche altre persone che possano riqualificarsi professionalmente. Cosa si sta facendo in questo senso per favorire l’impiego di manodopera locale e qualificata?
Andrea Sanvido
Alberti – Balli – Beretta Piccoli – Caccia – Genini Sem