Interpellanza 2445
Motivazione riguardo l’interesse pubblico e l’urgenza [cfr. art. 97 cpv. 1 ultima frase LGC] Il tema è già stato affrontato lo scorso ottobre. Se si vuole porre rimedio alla situazione è necessario procedere con urgenza per fare in modo che con il prossimo anno scolastico si possa trovare una soluzione.
Testo dell’interpellanza
All’inizio dello scorso mese di ottobre ho presentato un’interpellanza con la quale chiedevo al Governo, prendendo lo spunto dalla situazione nella città di Bellinzona, quale fosse la situazione in materia di messa in pratica della decisione del Parlamento (2019) di riconoscere ai docenti e alle docenti della scuola dell’infanzia il diritto ad almeno una mezz’ora di pausa, visto che pranzano con i loro allievi ed
essendo il pranzo riconosciuto come un elemento educativo.
Nella mia interpellanza prendevo atto che, malgrado fossero passati i tre anni messi a disposizione dei Comuni per dare seguito alla decisione del Parlamento (con l’anno scolastico 2023/2024), la
situazione appariva assolutamente insoddisfacente.
Il Governo, nella risposta fornita dalla Consigliera di Stato Marina Carobbio, riconosceva che, nel febbraio 2023, la situazione si presentava in modo insoddisfacente: “su 418 sezioni di scuola dell’infanzia, 245 erano senza operatore, 127 disponevano di un operatore con titolo di educatore o di operatore socioassistenziale e 46 avevano un operatore con abilitazione all’insegnamento, conformemente ai criteri previsti dal Regolamento”. Praticamente, quasi la metà delle sezioni erano senza operatore (e quindi non garantivano alle/ai docenti di poter beneficiare del diritto alla pausa): a tal punto che è stato deciso di prolungare di un altro anno scolastico il tempo a disposizione dei Comuni per mettersi in regola.
I Comuni sostengono di avere difficoltà a osservare le prescrizioni di Legge a causa dell’eccessiva rigidità dell’art. 39 del Regolamento delle scuole comunali nelle quali si indicano come requisiti del personale da ingaggiare, per la momentanea sostituzione dei docenti che devono poter usufruire della pausa meridiana di 30 minuti, le seguenti possibilità:
a. ricorso a un docente di appoggio;
b. ricorso a un docente di scuola dell’infanzia a metà tempo attivo in un’altra sezione;
c. ricorso a un docente supplente;
d. se non è possibile far capo alle soluzioni di cui alle lettere a. – c., ricorso ad altre persone con adeguati requisiti d’idoneità (educatori, operatori socio assistenziali).
È evidente che, anche alla luce della situazione del mercato del lavoro cantonale, è oggettivamente difficile trovare personale corrispondente a questi criteri.
Questa situazione è insoddisfacente e non può essere tollerata ulteriormente; non è possibile che una decisione relativa ai diritti lavorativi delle e degli insegnanti della scuola dell’infanzia (e delle scuole comunali più in generale che organizzano un servizio di refezione) non abbia trovato pratica applicazione a quasi cinque anni dalla decisione del Gran Consiglio.
Alla luce di queste considerazioni chiediamo al Consiglio di Stato:
- Qual è la situazione attuale? Vi sono stati cambiamenti rispetto al rilevamento segnalato in ottobre?
- Non ritiene di dover procedere, con urgenza, a una modifica del Regolamento sulle scuole comunali (in particolare l’art. 39) che permetta ai Comuni di far capo, per le funzioni di sorveglianza durante il pranzo meridiano, a persone con minori requisiti, ma che sicuramente possono assolvere a tale compito?