Interrogazione 146.23
L’Italia in data 18.10.2023 ha deciso di sospendere il Trattato di Schengen sulla libera circolazione in Europa.
Secondo la Premier italiana Giorgia Meloni, la decisione si è resa necessaria per via dell’aggravarsi della situazione in Medio Oriente, per l’aumento dei flussi migratori lungo la rotta balcanica e soprattutto per questioni di sicurezza nazionale.
Oltre all’Italia, anche altre nazioni come Austria, Germania, Norvegia, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia, Svezia e Francia hanno riattivato i controlli su alcune loro frontiere, avvalendosi anche del supporto dell’esercito.
Ricordo che diversi Paesi europei hanno già sospeso l’Accordo di Schengen 387 volte nel corso dei vari anni. L’Italia, ad esempio, vi ha precedentemente fatto ricorso in occasione del G8 dell’Aquila (2009), del G7 di Taormina (2017) e del G20 di Roma (2021).
La sospensione da parte dell’Italia dell’accordo di Dublino ha fatto sì che la situazione al Centro di
registrazione di Chiasso diventasse insostenibile, data la pressione esercitata dai richiedenti l’asilo che vogliono farsi registrare in Svizzera.
Ovviamente questa forte pressione ha sortito un conseguente aumento dei costi in capo alla Svizzera
per la gestione di questi richiedenti l’asilo, per non citare l’aumento di episodi di criminalità che hanno
causato forti disagi nella popolazione del Mendrisiotto.
Considerato quanto sopra, mi permetto di chiedere al Consiglio di Stato quanto segue:
- è possibile valutare anche per i valichi doganali Ticinesi la sospensione dell’Accordo di Schengen?
- esiste un piano per intensificare i controlli sul traffico verso la nostra Confederazione, al fine di tutelare la sicurezza della Svizzera e di chi vi risiede?
- tali controlli, possono essere effettuati con il supporto dell’Esercito?
Stefano Tonini
Bignasca – Genini Sem –
Mazzoleni – Minotti – Sanvido